Azione 3.3

REALIZZAZIONE DI CATASTE DI LEGNA CON DIVERSE TECNICHE PER RIDURRE I TASSI DI DECOMPOSIZIONE

Questa azione ha come obiettivo l’individuazione del metodo migliore di accatastamento del legname in bosco atto a ridurne i tassi di decomposizione.

A tale scopo sono state allestite cataste di faggio a forma di cubo con spigoli di circa 1 m, costituite da tronchi di diametro di 5-10 cm, che servono per valutare gli effetti dell’isolamento delle cataste dall’umidità del suolo (Attività 1) e l’arricchimento delle stesse con rami di castagno (Attività 2) sulla velocità della decomposizione del legno.

L’azione si svolge negli stessi stand individuati nell’Azione 3.1.

 

ATTIVITA' 1: Cataste isolate dall’umidità del suolo

Le cataste sono sollevate da terra con l’ausilio di tronchi di appoggio di circa 20 cm. Tali tronchi sono ortogonali rispetto ai rami che formano la catasta in modo che questa non giaccia direttamente sul suolo. Sono state realizzate 3 cataste per tipo in ciascuno dei 6 stand forestali.

Schema della catasta cubica di faggio e rialzata da terra in modo tale da garantire l’isolamento dell’umidità del suolo.

 

 

ATTIVITA' 2: Cataste arricchite di rami di castagno

Le cataste sono arricchite nella parte superiore con tronchi di castagno, materiale naturalmente ricco di tannini. In particolare, sono allestite due tipologie di catasta: la prima realizzata con uno strato di 10 cm di castagno, la seconda con uno strato di 20 cm.

Schema della catasta cubica di faggio con le due modalità di arricchimento con rami di castagno.

 

 

Logica dell’esperimento

Incrementare la permanenza del carbonio nei tessuti morti delle piante e rallentare i processi di decomposizione del legno accatastato in bosco può favorire il sequestro del carbonio e ridurre il rilascio di anidride carbonica in atmosfera.

 

Come si incrementa la permanenza del carbonio nei tessuti morti delle piante?

La permanenza può essere favorita lasciando in bosco gli alberi morti in seguito ai trattamenti di diradamento. Ciò comporta un aumento del legno morto, ovvero un aumento in bosco del magazzino di carbonio sequestrato all’interno del legno nel corso della vita di una pianta.

Tuttavia non basta incrementare la presenza di legno morto in foresta, è anche necessario rallentare i naturali processi di degrado del materiale che determinano il rilascio di CO2 in atmosfera.  Infatti la decomposizione graduale del legno ad opera di invertebrati, funghi e batteri rilascia in atmosfera parte del carbonio intrappolato nei tessuti morti e diminuisce lo stock di carbonio forestale. Il legno, decomponendosi, entra gradualmente a far parte della materia organica nel suolo, dove viene ulteriormente soggetto ai processi di decomposizione fino ad un totale rilascio in atmosfera del carbonio previamente immagazzinato dalla foresta. Questi sono processi naturali, che non possono (e non devono) essere ostacolati, tuttavia è possibile agire sulla loro velocità.

 

Come si rallenta la decomposizione del legno morto?

I processi di decomposizione sono strettamente dipendenti dalle condizioni microclimatiche presenti di un determinato sito, in particolare da temperatura e umidità. Le condizioni microclimatiche, a loro volta, sono influenzate da come il legno viene stoccato nel bosco, in quanto un certo tipo di accatastamento può determinare condizioni termiche e di umidità meno favorevoli al degrado del legno e della materia organica del suolo, rallentando i processi di decomposizione e il rilascio di CO2 in atmosfera.

Nell’ambito del progetto INSCAPE vogliamo valutare quale è il metodo migliore di accumulo del legno morto che rallenta il processo di degrado del legno morto in bosco, operando degli esperimenti ad hoc nei 6 stand sperimentali individuati nell’Azione 3.1.

 

Perché si sollevano le cataste e le si allontana dal suolo?

Negli ambienti forestali sappiamo che la decomposizione è più veloce all’aumentare dell’umidità. Allontanare le cataste dal suolo implica una diminuzione dell’umidità, nonché della superficie a diretto contatto con gli organismi che degradano il legno. Ciò può ridurre i tassi di decomposizione e, dunque, di rilascio di CO2 in atmosfera.

 

Perché la velocità di decomposizione del legno dovrebbe essere diversa in presenza del castagno?

Il castagno è un materiale naturalmente ricco di tannini che lo rendono recalcitrante alla decomposizione. Quando il legno di castagno viene tagliato e si inumidisce i tannini vengono rilasciati nell’ambiente. Si ipotizza che i tannini rilasciati dallo strato di castagno posto nello strato superiore, percolando sulle cataste, rallenteranno i processi di decomposizione del legno di faggio sottostante.

 

Come si fa a stimare in quale misura le diverse tipologie di cataste influenzano la velocità di decomposizione?

La velocità di decomposizione nelle diverse cataste sarà stimata utilizzando dei cubi di legno di faggio (come nell’Azione 3.2) che saranno posizionati a diverse distanze dal suolo (30 cm e 70 cm). In ciascuna catasta sono posizionati 2 cubi per ciascuna posizione per consentirne il prelievo dopo 6 mesi, 1 anno e 2 anni.

La decomposizione dei cubi sarà stimata come nell’Azione 3.2.

I tassi di decomposizione di legno morto nelle diverse cataste sono confrontati con quelli registrati in cataste chiamate di “controllo”, cioè non sollevate da terra e senza la presenza del castagno.

 

I diversi metodi di accatastamento del legno in bosco modificano in modo diverso l’umidità e la disponibilità di nutrienti e ci permetteranno di capire quale metodo sia preferibile per favorire la permanenza del legno morto, ovvero del carbonio, nei boschi.